Nel febbraio del 2015 un’ispezione più accurata della Popolare di Vicenza da parte della Bce mette in luce un meccanismo vizioso tale da scoprire la voragine esistente nei conti dell’istituto che mette in ginocchio i 118 mila soci, nonché piccoli risparmiatori, che da un giorno all’altro hanno visto azzerare i loro patrimoni
Un buco trasformatosi in una pericolosa valanga
La strategia era semplice, tutti i vertici della banca offrivano prestiti a soci particolarmente vicini che in cambio si impegnavano ad acquistare azioni del gruppo, in pratica era un vero e proprio finanziamento finalizzato all’acquisto delle proprie azioni. Lo scopo era quello di mostrare una solidità che nella realtà era priva di basi concrete, l’istituto si è scoperto con un disavanzo di 1,3 miliardi nel 2015 e un bilancio ancora peggiore e in rosso nel 2016, pari a 1,9 miliardi.
Si spiega con questi numeri il crollo delle azioni che nel giro di pochissimi mesi sono passate da 62 euro a praticamente carta straccia del valore di 10 centesimi. Le indagini hanno messo in luce l’esistenza di una banca, solo per pochi e selezionati amici, all’interno della Popolare di Vincenza vera e propria, i primi beneficiavano di vantaggi come tassi agevolati, ricompense o cedole, sui secondi è sfortunatamente caduta la valanga scaturita dal crack di questa banca.
Processo al via
Finalmente, dopo molti ritardi, si è aperto il processo sulla bancarotta della Popolare di Vicenza, dove i vertici dell’istituto sono accusati di aggiotaggio, di aver cioè falsato delle notizie per poterne trarre personale vantaggio, ostacolo agli istituti di vigilanza e falso in prospetto. È lotta serrata tra gli avvocati, che ritengono la vechia dirigenza non responsabile e all’oscuro di ciò che succedesse, e i pm che al contrario lo considerano pienamente a conoscenza dei fatti incresciosi.
La prima vittoria è stata mantenere il processo a Vicenza, anche se probabilmente sarà spostato a Mestre, per permettere alle migliaia di persone costituitesi in parte civile, compreso il comune di Vicenza stessa, di assistere alle udienze per far rispettare i propri diritti e ottenere giustizia.
Ultime notizie sul caso Popolare di Vicenza
Dalle ultime indiscrezioni ai reati già ascritti per il crack della Popolare di Vicenza, potrebbe aggiungersene uno nuovo, quello per reati di bancarotta, che da un punto di vista penale sono da considerarsi molto più gravi. Ulteriore lavoro per i Pm già coinvolti nel maxi processo contro i vertici della banca.
Per i risparmiatori truffati è arrivato il momento della verità dopo le promesse ricevute dagli attuali vertici di Governo. Nei giorni scorsi Salvini e Di Maio si sono impegnati affinché il decreto attuativo che trasformi i ristori in realtà venga scritto in tempi rapidi, ma su tale manovra pesa il no dell’Unione Europea che si è già espressa negativamente sul modo in cui l’Italia ha deciso di risarcire i cittadini truffati. La diatriba è quanto mai aperta e le discussioni in atto, per un soluzione che non appare comunque vicina.