Il crack della Banca Popolare di Vicenza avvenuto nel 2015 dopo un’ispezione più approfondita della Bce, ha portato in luce conti e bilanci profondamente negativi. Troppo tardi si è messa in moto la macchina della vigilanza, quando in realtà segnali e crepe erano visibili già decenni prima. Il ritardo ha comportato, come sempre purtroppo, che a pagare siano oggi i piccoli risparmiatori che si sono ritrovati con i patrimoni azzerati, per loro il Governo ha aperto un tavolo delle discussioni e prevede rimborsi e risarcimenti che fanno sperare in un velato ottimismo
Maxi processo al via
Sempre in questi giorni, ma comunque dopo rimandi e rallentamenti di ogni genere, sta per prendere il via il processo che vedrà sul banco degli accusati tutti i vertici dell’istituto bancario a partire da Zonin e via via scendendo nella scala gerarchica della banca stessa. Tutti personaggi che vista la loro carica istituzionale non potevano non sapere quali fraudolenti meccanismi fossero in atto tra le mura della Popolare di Vicenza che mostrava all’esterno solidità, ma in realtà preparava una valanga che con il tempo aumentava di velocità e grandezza e che ha finito per travolgere tutti.
La parte civile è sempre più ampia e, oltre a includere lo stesso comune di Vicenza, che chiede un doppio risarcimento in qualità di azionista della banca, ma anche per il danno recato alla città, conta più di 6000 persone che sono state colpite dal crack della Popolare di Vicenza, sia come obbligazionisti che come azionisti.
I rimborsi per i risparmiatori
Il vice premier Salvini ha chiarito che gli obbligazionisti saranno risarciti almeno del 90% rispetto al capitale investito in Banca Popolare di Vicenza. Le modalità a lungo discusse viste le tantissime proposte, 76, presentate al tavolo di questa delicata consultazione, hanno fatto emergere situazioni degne di maggiore attenzione. Una fra quelle che i risparmiatori considerano tra le più importanti è l’eliminazione del tetto massimo di risarcimento posto a 100.000 euro, così come quella di cancellare l’impossibilità di adire alle vie legali una volta ricevuto il rimborso.
Per gli azionisti potrebbero allargarsi le possibilità di risarcimento, prima stabilite in una percentuale del 30% da considerarsi invece come un primo acconto, eventualmente da incrementare a seconda della disponibilità delle risorse.
I tre protagonisti
Nella realtà sono 3 i protagonisti da soddisfare o comunque tenere in considerazione, da un lato i risparmiatori che a gran voce chiedono giustizia, dall’altro le promesse in campagna elettorale fatte da chi oggi siede al Governo che a quella voce ha risposto in maniera positiva e per ultimo la Commissione Europea pronta a bocciare normative che non rispettino le regole. Primo obiettivo del Governo italiano è quello di fare una netta distinzione tra investitori istituzionali e clienti professionali dai piccoli risparmiatori, concentrando la possibilità di rimborso proprio su questi ultimi, eventualmente anche senza l’appoggio di Bruxelles.
Crac banche: cosa prevede la legge di stabilità 2019
Sul piatto della bilancia l’attuale governo ha messo 1,5 miliardi da spalmare in 4 anni per risarcire le vittime dei crac finanziari. La legge propone di stabilire un rimborso del 30% per gli azionisti, ma un tetto massimo di 100.000 euro e più generoso, del 95%, per gli obbligazionisti, ma sempre entro i limiti dello stesso tetto massimo. Entrambi al netto di tutti i rimborsi, risarcimenti e accordi già avvenuti in sede di transazione con la banca. Inoltre per le obbligazioni subordinate verrà sottratto dal risarcimento anche la differenza tra le cedole ricevute e i titoli di stato della stessa durata.
Una manovra però questa che non trova l’approvazione proveniente da Bruxelles che dietro i risarcimenti vede un aiuto dello stato che non è più ammesso, a differenza del passato. Di Maio guarda avanti e minaccia di proseguire in questa direzione pur senza l’avvallo europeo, soprattutto dopo le carenze di vigilanza della Bce in questo caso. La situazione è tutt’altro che chiara e una soluzione non sembra prospettarsi all’orizzonte in tempi brevi.