Categoria: Economia

Banca Popolare di Vicenza: cosa studia il Tesoro per Rimborsare i Risparmiatori

Il crack della Banca Popolare di Vicenza avvenuto nel 2015 dopo un’ispezione più approfondita della Bce, ha portato in luce conti e bilanci profondamente negativi. Troppo tardi si è messa in moto la macchina della vigilanza, quando in realtà segnali e crepe erano visibili già decenni prima. Il ritardo ha comportato, come sempre purtroppo, che a pagare siano oggi i piccoli risparmiatori che si sono ritrovati con i patrimoni azzerati, per loro il Governo ha aperto un tavolo delle discussioni e prevede rimborsi e risarcimenti che fanno sperare in un velato ottimismo

Maxi processo al via

Sempre in questi giorni, ma comunque dopo rimandi e rallentamenti di ogni genere, sta per prendere il via il processo che vedrà sul banco degli accusati tutti i vertici dell’istituto bancario a partire da Zonin e via via scendendo nella scala gerarchica della banca stessa. Tutti personaggi che vista la loro carica istituzionale non potevano non sapere quali fraudolenti meccanismi fossero in atto tra le mura della Popolare di Vicenza che mostrava all’esterno solidità, ma in realtà preparava una valanga che con il tempo aumentava di velocità e grandezza e che ha finito per travolgere tutti.

Crack Popolare di Vicenza: Tutte le Ultime News

Nel febbraio del 2015 un’ispezione più accurata della Popolare di Vicenza da parte della Bce mette in luce un meccanismo vizioso tale da scoprire la voragine esistente nei conti dell’istituto che mette in ginocchio i 118 mila soci, nonché piccoli risparmiatori, che da un giorno all’altro hanno visto azzerare i loro patrimoni

Un buco trasformatosi in una pericolosa valanga

La strategia era semplice, tutti i vertici della banca offrivano prestiti a soci particolarmente vicini che in cambio si impegnavano ad acquistare azioni del gruppo, in pratica era un vero e proprio finanziamento finalizzato all’acquisto delle proprie azioni. Lo scopo era quello di mostrare una solidità che nella realtà era priva di basi concrete, l’istituto si è scoperto con un disavanzo di 1,3 miliardi nel 2015 e un bilancio ancora peggiore e in rosso nel 2016, pari a 1,9 miliardi.